Altezza (vaso compreso):
Nebari:
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Codice:000
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La Carmona giunge oggi in Italia solo come bonsai ed è particolarmente apprezzata proprio per le sue forme proporzionate, poiché le foglie di piccole dimensioni si adattano perfettamente alla
struttura miniaturizzata del tronco. Tuttavia, l’arbusto può raggiungere in natura anche i dieci metri di altezza e cominciò a essere importato nel nostro continente circa 150 anni fa,
prevalentemente nei paesi caldi, per scopi ornamentali nella formazione di parchi pubblici. Soprattutto in passato, la Carmona fu anche oggetto di interesse commerciale a causa del suo legname,
che è particolarmente pregiato e adatto alla costruzione di utensili e ruote; attualmente la pianta viene utilizzata nelle Filippine per ricavare dalle sue foglie una bevanda sostituiva del
tè.
Dal punto di vista strutturale, il bonsai Carmona possiede rami contorti, una corteccia di colore grigio-marrone, ruvida negli esemplari maturi, e foglie sessili di piccola dimensione, di forma
ovale e di colore verde scuro, lucide e ruvide al tatto. In primavera produce piccoli fiori bianchi, contraddistinti da infiorescenze cimose, a pannocchia, e dal calice a cinque divisioni; alla
fine dell’estate produce piccoli frutti tondeggianti, di colore verde al momento dello sviluppo e che diventano poi rosso-violacei.
ESPOSIZIONE E CONCIMAZIONE
Il bonsai Carmona si trova in commercio con grande facilità, ma è un esemplare molto delicato che necessita di attenzione e cura costanti. Trattandosi di un arbusto di origine tropicale, teme il
freddo ed è adatto a un clima caldo e umido, dunque viene identificato come pianta da interno. Non bisogna esporlo alla luce diretta del sole, né tenerlo troppo vicino ai caloriferi e alle fonti
di calore, ma va posizionato in un luogo molto luminoso, in cui vi sia una temperatura compresa tra i 15° e i 24° C. Dalla primavera in poi può essere collocato in giardino o sul terrazzo, ma
durante la stagione calda è bene collocarlo in un luogo riparato e in ombra.
La carenza d’acqua è una delle principali cause di moria delle Carmone, dunque il bonsai va innaffiato con abbondanza e regolarità, avendo premura di effettuare l’operazione nelle ore serali.
Poiché l’appartamento è tendenzialmente un luogo secco, bisogna assicurarsi che il terreno resti sempre un po’ umido ed è consigliato, nelle giornate calde, nebulizzare le foglie con dell’acqua
distillata. Tuttavia, poiché la pianta non ama i ristagni d’acqua, è necessario tenere sotto controllo il drenaggio e non lasciare acqua stagnante nel sottovaso, aspettando che il terreno si
asciughi tra un intervento e l’altro. La tecnica migliore per l’innaffiamento è senza dubbio quella ad immersione, ponendo il vaso in un’ampia bacinella riempita d’acqua fino al bordo; facendo
attenzione a non bagnare le foglie, bisognerà estrarre la pianta quando la superficie del terreno risulterà umida in maniera uniforme e lasciar scolare per qualche minuto.
Per ripristinare i nutrienti necessari alla corretta crescita, che tendono a esaurirsi rapidamente nella limitata quantità di terreno di un bonsai, in primavera e in estate bisogna effettuare
interventi di concimazione con cadenza mensile, aggiungendo concime liquido nell’acqua dell’innaffiatura e bagnando il terreno prima di effettuare l’operazione. Tuttavia, bisogna prestare
particolare attenzione alle dosi: un eccesso di concime potrebbe causare l’insorgere di ingiallimenti e macchie sulle foglie. Se quest’inconveniente dovesse presentarsi, è consigliato dimezzare
la quantità e raddoppiare la frequenza della somministrazione oppure sostituire la tipologia di concime, scegliendone uno a cessione lenta.